I saluti della Presidente Esther Mor, le riflessioni di Emuna Elon sull’identità ebraica e la sirena di Yom Hazikaron per una premiazione da ricordare
La cerimonia di premiazione di martedì 3 maggio ha chiuso ufficialmente la XXII edizione del Premio Letterario ADEI WIZO Adelina Della Pergola. Come per l’incontro con i ragazzi delle scuole, avvenuto il giorno prima, anche in questo caso si è trattato di un evento on line estremamente partecipato e ricco di spunti di riflessione.
Ad aprire l’incontro Susanna Sciaky, Presidente Nazionale ADEI WIZO, che ha ricordato l’importanza del Premio nel trasmettere una corretta visione della cultura e della storia ebraica per costruire una coscienza critica contro il pregiudizio e l’antisemitismo. Un impegno ancora più utile in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo e anche per questo è stata scelta per introdurre questa edizione una frase del Dalai Lama: “Non esiste una via per la pace, la pace è la via”.
Un saluto speciale è giunto da Esther Mor, Presidente World WIZO, che ha ringraziato l’Associazione delle Donne Ebree d’Italia per aver portato avanti l’impegno a favore delle iniziative WIZO anche in questi anni di pandemia, tenendo vivi gli ideali rappresentati dal Premio “Questo Premio letterario dimostra come la cultura e la letteratura possano essere un momento di connessione tra persone diverse”.
Da Israele si è collegato Sergio Della Pergola e se il suo aveva caratterizzato l’incontro con i ragazzi, questa volta è stata la sorella Mara, da Milano, a salutare i presenti “Vi ringrazio per la cura e l’entusiasmo che mettete nel Premio Letterario dedicato a nostra madre Adelina – ha esordito - È bello vedere come questo premio cresca negli anni. Non è solo un momento di approfondimento culturale, perchè leggendo un buon testo si verifica un miracolo: il nostro mondo si apre per comprendere gli altri. Ne abbiamo bisogno in un momento così delicato per tutti noi”.
E proprio improntate su come la letteratura rifletta l’attualità, sono state le riflessioni del conduttore, il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella: “Mi viene in mente Joseph Roth, nato a Brody, vicino a Leopoli, che davanti alla guerra in corso si sarebbe chiesto quale fosse la sua patria: l’Ucraina, il mondo Yiddish di cui faceva parte, l’Impero Austro-Ungarico che rimpiangeva, la Francia dove andrà ad abitare all’avvento del nazismo. Erano realtà integrate una all’altra. Sono gli uomini poi a tracciare i confini”.
Stella ha poi introdotto gli autori a cominciare proprio dalla vincitrice del XXII Premio Letterario, Emuna Elon che, in collegamento da Gerusalemme, ha spiegato quanto la sua opera La Casa sull’acqua possa essere una metafora dell’identità ebraica: “Il protagonista, Yoel Blum, deve rimettere insieme i pezzi della sua storia con la forza della sua immaginazione, è un processo molto lento, simile a quello che ho intrapreso io mentre costruivo questa vicenda. Per scrivere questa storia ho dovuto documentarmi, proprio come fa Yoel, soprattutto per capire come gli ebrei di Amsterdam abbiano fatto a salvarsi, mentre lo scopriva lui, lo scoprivo anche io. Così mi sono accorta di quanto sia difficile definire la nostra identità oggi, in Olanda, Italia, ovunque, proprio perché la nostra identità ci è stata negata. Pensavo di non avere il diritto di raccontare una vicenda simile perché la mia famiglia ha sempre vissuto qui, in Israele da cinque generazioni e non ha conosciuto la Shoah, ma ho scoperto che la storia della Shoah è la storia di ogni ebreo, è anche la mia storia, anche Israele è una Casa sull’acqua.”
Francesco Pinto, vincitore del Premio sezione Ragazzi, ha aggiunto ulteriori particolari alla vicenda di Rodolfo Siviero, un vero 'Monuments Man’ italiano impegnato a salvare le opere d’arte trafugate dai nazisti nella penisola, raccontate nel suo l’Uomo che salvò la bellezza”. Testimone di “un’Italia che è stata capace di imprese straordinarie: quella che ha reagito coraggiosamente alla guerra ricostruendo un paese migliore” come ha spiegato anche nell’incontro con i ragazzi. Una frase, infine, riassume questo straordinario contributo: “Chi va alla galleria degli Uffizi deve sapere che quelle opere d’arte sono lì grazie al lavoro di Siviero e al gruppo dei suoi uomini. Di loro più della metà non arrivò alla fine della guerra”
Tra gli autori presentati da Stella anche Ghila Piattelli, finalista della sezione Ragazzi con il suo “Resta ancora un po’” ed è lei, insieme a Emuna Elon e Sergio Della Pergola, collegati da Israele, a rendere possibile il momento forse più toccante della premiazione, facendo ascoltare in diretta, alle 19 ora italiana, le sirene che per un minuto in Israele, annunciando l’inizio di Yom Hazikaron, il giorno che celebra oggi in ricordo di tutti i caduti nella difesa del Paese e delle vittime del terrorismo.
Nella conclusione dell’incontro Susanna Sciaky ha ringraziato Stella, annunciando che, a ricordo della sua partecipazione, sarà fatta una donazione a suo nome per contribuire alla realizzazione di uno shelter in un centro WIZO in Israele. “La 23ma edizione è già in corso – ricorda la Presidente salutando i numerosi intervenuti - la Giuria sta già ricevendo i libri. Per la premiazione il nostro augurio è di ritrovarci di nuovo in presenza in una bella città d’Italia, come avveniva prima della pandemia, stiamo già valutando quale”.