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Ester Mor: "Tutti gli ebrei sono responsabili gli uni degli altri"



Il primo novembre Esther Mor, Presidente World WIZO, ha inviato una toccante lettera a tutte le Presidenti delle Federazioni WIZO, con preghiera di diffonderla il più possibile. Parole che non raccontano dell’incessante lavoro della WIZO che ben conosciamo, ma descrivono la vita quotidiana in una nazione in lutto, dove l’angoscia per gli ostaggi e per chi è al fronte è ormai parte della vita quotidiana, così come lo sono i negozi chiusi e le corse nei rifugi. Eppure, nonostante questa situazione e persino l’ondata di antisemitismo globale conseguente al brutale attacco di Hamas, la fiducia della Presidente Esther Mor diventa la speranza per tutte noi.

Ecco la traduzione integrale in italiano.


Care Amiche,

Molte di voi potrebbero non essere più in grado di riconoscere Israele come siete abituate. Israele è cambiato e noi siamo cambiati. Israele è profondamente in lutto. Alcuni dei dispersi sono stati tragicamente identificati tra i morti, mentre confidiamo ancora per il ritorno degli ostaggi. Nonostante il rilevante salvataggio di uno di essi, una donna di Nahal Oz al servizio delI'IDF, la stragrande maggioranza degli ostaggi è ancora detenuta in diverse aree sensibili, ad esempio nei tunnel sotto gli ospedali, per dissuadere Israele dall'attaccare tali zone. Ma ogni sforzo umanamente possibile viene fatto per trovarli e portarli in salvo. Hamas sta conducendo una crudele guerra psicologica, da un lato diffondendo gli sconvolgenti filmati di quanto accaduto il 7 ottobre, dall’altro rilasciando 4 ostaggi la scorsa settimana e inviando un video lunedì di altri tre. Finora la Croce Rossa non ha visitato nessuno degli ostaggi, come previsto dalle convenzioni internazionali, quindi, la loro effettiva situazione non è nota. Le loro famiglie sono divise tra la disperazione e la speranza mentre aspettano una qualsiasi informazione sui loro cari. Le squadre di ricerca e soccorso hanno descritto, tra le lacrime, alcune scene orribili e atroci che hanno visto, e possiamo solo ammirare la loro capacità di svolgere questo fondamentale lavoro.

Nel frattempo gli sfollati provenienti dal Sud di Israele e dal nostro confine settentrionale (circa 200.000) sono per lo più ancora accolti in strutture alberghiere finanziate dallo Stato, che ospitano intere comunità in modo che i rifugiati possano stare con amici e vicini, mentre cercano di affrontare le atrocità che hanno vissuto. Alcuni hanno dichiarato che non torneranno più alle loro case vicino ai confini. Il Ministero della Difesa Israeliano ha proposto di prolungare l'evacuazione fino al 31 dicembre 2023.

L’IDF, l'Aeronautica e la Marina continuano le attività coordinate nell'ambito dell'operazione terrestre e stanno raggiungendo i loro obiettivi designati. Tuttavia, la realtà è molto più complessa delle versioni cinematografiche della guerra, talvolta romanzate. Le “IDF Bereaved Families”, le famiglie colpite da un lutto in azioni dell’IDF, hanno aggiunto 11 nuovi membri alla loro comunità dall'inizio dell'operazione terrestre: ogni soldato rappresenta un'altra famiglia spezzata. E vi sono casi di famiglie che hanno subito più di un lutto. Il tenente Mark Pedaya è stato ucciso in combattimento contro i terroristi di Hamas nella Striscia di Gaza mentre prestava servizio come ufficiale nel Givati. Mark era il figlio del defunto rabbino Michael (Miki) Mark, assassinato in un attacco vicino alle colline di Hebron nel 2016.

Hezbollah sta lanciando attacchi sporadici con missili nel nord di Israele, e l’IDF è pronta per qualsiasi evenienza su quel fronte. Inoltre, mercoledì Israele ha dispiegato navi lanciamissili nel Mar Rosso per rinforzare la difesa in seguito ad attacchi di missili a lungo raggio e droni da parte degli Houthi dello Yemen su Eilat. La situazione in Giudea e Samaria è anche attentamente monitorata.

La popolazione civile sta mantenendo uno stato di "modalità di guerra" in totale conformità con le linee guida del Comando del Fronte Interno. Quasi ogni giorno ci sono allarmi e ci rifugiamo in stanze antimissili, rifugi o zone sicure, cercando di capire se le esplosioni sono intercettazioni dell'Iron Dome o razzi che colpiscono bersagli. Nelle strade sono molto numerose le pattuglie armate. Il sentimento degli israeliani è di lutto, tristezza, incertezza (sia dal punto di vista della sicurezza che economico), c’è una costante preoccupazione per i propri cari, richiamati come riservisti o che si trovano nelle aree più colpite. Siamo tutti nell'attesa angosciante di ricevere notizie positive sugli ostaggi e nel timore di avere notizie su soldati feriti o uccisi in azione. Le persone sono più tolleranti, sensibili e compassionevoli del solito, e cercano di aiutare dove e quando possibile. La rabbia e la frustrazione saranno affrontate in un secondo momento.

I centri per l'infanzia e le scuole che sono stati autorizzati dal Comando del Fronte Interno hanno ripreso parzialmente l'attività. I bambini trascorrono a scuola 2 o 3 giorni alla settimana e il resto delle lezioni avviene tramite Zoom. Nei giorni in cui frequentano la scuola (o i centri per l'infanzia), si limitano a turni di 3 ore in conformità al numero di bambini che possono essere accolti nello stesso spazio allo stesso momento.

I movimenti giovanili (Scout, Bnei Akiva, Noar Lomed) stanno organizzando attività in spazi assegnati e approvati dal Comando del Fronte Interno, dove i ragazzi possono rilassarsi con attività come calcio, pallavolo, basket, danza (hip hop, jazz, ecc.). Questo è molto positivo sia per i ragazzi che per i loro genitori. Grazie a questo intervento molti genitori sono stati in grado di tornare a lavorare a tempo pieno e, quando possibile, lavorano da casa per stare con i figli.

Israele è passata all’ora invernale, quindi il tramonto giunge alle 17:00, e la maggior parte delle persone che si vedono dopo il buio escono per far passeggiare il proprio cane. Questa settimana ci sono più negozi aperti nelle strade principali e nei centri commerciali, ma tutti segnalano un forte calo delle vendite e la maggior parte dei negozi chiude verso le 17:00, con l'eccezione dei supermercati e delle farmacie. Da un lato, vogliamo sostenere le attività commerciali del nostro quartiere per evitare il loro fallimento, ma d'altro canto nessuno vuole acquistare più del necessario. C'è anche un appello nazionale all'acquisto di prodotti israeliani piuttosto che prodotti importati.

Alcune cose non cambiano: la copertura mediatica globale a favore di Israele non dura mai più di qualche giorno, le Nazioni Unite non perdono l'occasione per esprimere il loro pregiudizio nei confronti di Israele e l'antisemitismo trova sempre un modo per mostrare la sua brutta faccia. Qui in Israele siamo profondamente consapevoli che anche voi siete soggetti a propaganda Pro-Hamas orribile e disgustosa (sto cercando di essere gentile) e antisemita. Lodiamo il vostro coraggio costante e il sostegno che è per lo più sostenuto dai vostri Governi. Vi imploriamo anche di stare al sicuro e di non correre rischi nelle manifestazioni a cui partecipate. Il nostro dolore è il vostro dolore e la vostra angoscia è la nostra.

Siamo un popolo antico e orgoglioso, ci rialziamo dalle ceneri come la Fenice e, come il Leone di Giuda, trionfiamo su tutti i nostri nemici. Quando siamo attaccati, ci uniamo ancora di più del solito e siamo responsabili l'uno dell'altro. "Tutti gli ebrei sono garanti gli uni degli altri". Inteso metaforicamente, in questo contesto significa che "Tutti gli ebrei sono responsabili gli uni degli altri".

Aspettiamo giornate migliori e più sicure. Vi preghiamo di condividere liberamente questa lettera."


I miei più cordiali saluti, cari amici,

Esther Mor Presidente Mondiale World WIZO


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