La scorsa settimana in Israele si è tenuto il MOR (Meeting of Representatives), uno dei momenti più importanti nel calendario degli incontri della WIZO: cinque giorni di lavori per le delegazioni provenienti da tutto il mondo, tra cui ovviamente quella italiana formata dalla Presidente Nazionale dell’ADEI WIZO Susanna Sciaky, Carla Guastalla Vicepresidente Nazionale e Presidente sezione Livorno, Sylvia Sabbadini Presidente sezione Milano.
Ecco il resoconto proprio di Susanna Sciaky, al termine di questa esperienza che si è rivelata particolarmente intensa.
Siamo tornate dal MOR piene di idee, nuovi propositi e tanto entusiasmo. È straordinario come questi incontri riescano a trasmetterci la voglia di continuare a metterci in gioco, alimentando una passione che non si attenua anche se apparteniamo al mondo della WIZO da tanti anni. Anzi, quest’anno il MOR ci ha fatto comprendere, ancora di più, l’importanza del nostro lavoro e ci ha dato tanta energia per portarlo avanti.
Del resto, mai come per questa edizione l’eccitazione per questo incontro era tanta, palpabile. Si avvertiva ancora prima di partire. Era così grande la voglia di ritrovarsi dopo tre anni di lontananza forzata che dai quattro angoli del pianeta è rimbalzato un conto alla rovescia tra le donne della WIZO con l’impazienza di arrivare allo zero per iniziare i lavori. Ci mancava poter rivedere dal vivo quei volti che, incontro dopo incontro, sono entrati a far parte di una rete di amicizie ancora prima che di solidarietà. Forse anche per questo il MOR 2023 si è dimostrato più che mai “una sorellanza” come l’ha definita la stessa Anita Friedman, chairperson World Wizo, e non solo sulla carta o nelle parole, ma nel profondo di ogni anima coinvolta.
Con queste premesse siamo arrivate a vivere cinque giorni estremamente intensi. Merito anche di una Tel Aviv che ci si è presentata piena di luce, dinamica e smagliante, nell’accogliere le delegate delle tante Federazioni sparse per il mondo e di un’organizzazione impeccabile nel ricondurci attraversando Israele ai tanti aspetti dell’impegno della WIZO.
Un entusiasmo che ha reso decisamente più facile affrontare le sveglie all’alba per le ore di lavoro che ci aspettavano tra incontri, momenti di confronto, visite…Tutto ci faceva recepire che dopo tre anni questo MOR era una reale occasione di crescita. Al contempo, con la sua efficienza, la WIZO ha dimostrato una volta di più di essere un movimento al passo con i tempi in grado di trarre forza dalla sua storia.
Il leitmotiv di questi tre giorni è stato, infatti, non dimenticare il passato, ma anzi tramandarne l’eredità e l’esempio, senza però mai sottovalutare l’esigenza, obbligatoria ai nostri giorni, di cogliere le occasioni della modernità dalla tecnologia e dalle connessioni sociali, con tutti gli strumenti che possono coinvolgere le giovani a cui abbiamo il dovere di passare il testimone.
Come nel passato, i lavori hanno dato ampio spazio alla visita ai villaggi WIZO. La prima sera siamo state a Nachlat Yehuda: un luogo che rende ben evidente la nostra mission per i ragazzi. È qui che ha avuto inizio l’avventura della WIZO nel campo dell’educazione: il villaggio è stato frequentato da personaggi che sarebbero diventati un punto di riferimento per la Nazione, ma è anche un centro di eccellenza diventato un esempio in tutto il mondo per il modo in cui dialogano didattica e lavoro tra agricoltura e allevamenti. È stato qui che abbiamo incontrato per la prima volta i ragazzi profughi dall’Ucraina che vengono ospitati e continuano a studiare nelle diverse realtà della WIZO. Sono lontani dalle famiglie, ma coraggiosi e ci siamo sentite fiere di quanto anche dall’Italia siamo riuscite a fare per loro.
Nei giorni successivi abbiamo visitato il villaggio di Nahalal, il centro Dora Goldstein di Netanya e, a Gerusalemme, il Day Care Center di Katamon e quello di Beit Hakerem dedicato a Rebecca Sieff, toccando con mano quanto fa la WIZO per le donne e per le famiglie, diventando in alcune situazioni un faro per la stessa sussistenza di chi è sotto la soglia della povertà. Oltre ad incontrare ragazzi, bambini e personale, questi luoghi così preziosi sono stati al centro di momenti di conferenze plenarie su temi, per noi e per tutti, fondamentali, quali il progresso sociale nel mondo femminile, la prevenzione della violenza domestica, l’evoluzione del contributo della WIZO alla formazione della società israeliana (contributo che, ricordiamo, è cominciato già prima della nascita dello Stato d’Israele) e molto altro.
L’ultimo giorno è stato dedicato al fund raising, al “friend raising” e alle strategie di marketing. Temi che hanno riscosso un enorme coinvolgimento ed entusiasmo da parte di tutte le presenti che si sentivano ovviamente parte attiva in questo processo, dovendo ognuna trasferire nelle proprie esperienze nazionali e in realtà molto diverse, gli strumenti fondamentali che sono forniti dalla WIZO.
In particolare, a Gerusalemme, è stata presentata l’ultimissima campagna “Sensory Motor Rooms” dedicata ai bambini in età prescolare (anche molto piccoli) con problemi di movimento e interazione con il mondo esterno, un progetto facilmente adottabile dalle Federazioni, ognuna delle quali può sponsorizzare la realizzazione di una coloratissima stanza di nido/asilo con un particolare arredamento adatto alle terapie specifiche che questi bambini necessitano.
Un altro momento particolarmente toccante è stato l’incontro Golan Vach, il Colonnello responsabile dell’unità di ricerca delle Forze di Difesa Israeliane che ha coordinato i salvataggi e le ricerche delle vittime subito dopo il crollo del complesso residenziale Surfside a Miami. Una tragedia che ha visto attivamente impegnata la locale sezione della WIZO in soccorso delle vittime.
L’ultima sera una suggestiva cena nei vigneti sulle montagne intorno a Gerusalemme, alla presenza del Sindaco della capitale, ha chiuso in un clima di allegria e persino ancora maggiore energia, questi magnifici cinque giorni. Ci si incontrerà il prossimo gennaio all’EGM un appuntamento ormai sicuro, ma prima ci vedremo di nuovo negli incontri su zoom, come ormai prassi consolidata. Anche questi contribuiranno a rafforzare il legame, tra noi, dandoci la carica necessaria per continuare il nostro lavoro, ma adesso sappiamo che avremo ancora presto la gioia di abbracciarci.