È un momento veramente drammatico per i casi di violenza sulle donne. In Italia il mese di giugno ha visto salire a 54 i femminicidi dall’inizio dell’anno, con casi di particolare efferatezza, ma il problema è globale. In Israele nel 2023 la polizia ha aperto fascicoli su circa 20.000 casi di abusi domestici e i casi di femminicidio sono 17, con un deciso incremento rispetto agli anni precedenti.
Se la risoluzione del problema rimane quello di educare gli uomini al rispetto, proprio da Israele arriva un segnale positivo su una legge che cerca di fornire una effettiva difesa ai troppi casi di uomini che, una volta dimostratisi violenti, hanno potuto ugualmente avvicinarsi alle proprie vittime. Una legge fortemente voluta proprio dalla WIZO e che ha molti punti in comune con quella che da gennaio 2023 è in discussione nel Parlamento italiano.
In questi giorni arriva infatti alla Knesset un disegno di legge che consentirà ai tribunali di ordinare agli autori di abusi domestici di indossare braccialetti di tracciamento elettronico. La proposta ha avuto un iter non privo di polemiche sui tempi di approvazione: la prima lettura alla Knesset era già avvenuta con il governo precedente nel 2022, ora l’attuale Consiglio dei Ministri ha deciso di continuarne l’iter, permettendo alla Camera israeliana di riprendere il processo legislativo da dove era stato interrotto invece di doverlo riavviare dall'inizio. Una decisione che tuttavia arriva dopo una serie di polemiche rivolte al Ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, per i ritardi con cui la legge viene discussa e per le modifiche che si è cercato di introdurre. Tra queste, c’era la richiesta di applicare il bracciale all'aggressore domestico sono nel caso avesse una precedente condanna o una violazione di un'ordinanza restrittiva. Inoltre, l'aggressore, come condizione preliminare per l'applicazione del braccialetto, avrebbe dovuto sottoporsi a un esame psicologico per valutare il livello di pericolo che rappresentava.
Tuttavia, l'attuale versione consente al tribunale di ordinare un braccialetto elettronico per sette giorni senza le suddette precondizioni, se ritiene che l'abusatore costituisca una minaccia immediata per la sua famiglia.
Hadas Danieli-Yelin, CEO della Women's Lobby, ha elogiato la decisione, definendola un "risultato gigantesco". Ma tra i commenti spicca quello di Anita Friedman Chairperson World Wizo, intervistata da Israel24. L’Organizzazione ha avuto un ruolo fondamentale nell’iter della proposta e Friedman lo rivendica fieramente.
“La WIZO ha svolto un ruolo chiave nell’assicurarsi che la stesura finale di questo disegno di legge fosse conforme con quanto avevamo auspicato. Abbiamo svolto un lavoro di 10 anni per assicurarci che questa legge e il braccialetto elettronico arrivassero al centro dei lavori del Governo. Ci congratuliamo con il Ministro della Sicurezza nazionale, ma auspichiamo anche che i lavori ora possano procedere velocemente. Introdurre questa legge solo per gli uomini alla seconda condanna, l’avrebbe resa completamente inutile. Negli ultimi 40 anni abbiamo realizzato tante case protette per le donne maltrattate, una soluzione, certo, ma ora abbiamo la tecnologia per controllare queste persone violente e possiamo fare in modo che queste donne e i loro bambini che ne sono vittime non debbano fuggire dalle loro case”.